Un patto etico per la montagna che funga da bussola per gli istituti di credito, per trovare soluzioni che non penalizzino ulteriormente le terre alte del Piemonte”: è la proposta che l’assessore regionale Marco Gallo ha avanzato durante il vertice convocato in Regione sui paesi di montagna senza banche. All’incontro hanno partecipato Stefano Cappellari, presidente del Comitato Abi Piemonte, accompagnato dal segretario regionale Aldo Lombardo e i vertici dell’Uncem Marco Bussone (presidente nazionale) e Roberto Colombero (numero uno in Piemonte). “Ho riscontrato uno spirito propositivo, che è quanto serve per evitare che le tante valli della nostra regione perdano un servizio essenziale come quello bancario anche ai tempi dell’home banking. Per puntare davvero al rilancio della montagna bisogna garantire la qualità della vita. Per questo abbiamo proposto un patto etico che impegni le banche a trovare sempre una soluzione alternativa alla chiusura” aggiunge l’assessore. Dall’Uncem è arrivato un sì convinto, l’Abi ha aperto all’ipotesi, previa consultazione all’interno della commissione piemontese. Gallo da parte sua è pronto ad allargare il tema, proponendo prossimamente alle Regioni di costruire un tavolo nazionale sulla desertificazione bancaria. Durante l’incontro l’assessore ha reso noto uno studio dell’Osservatorio della montagna, che è la fotografia più recente della mappa del credito in Piemonte. “Il dossier – a quanto si apprende dalla Regione – mette a confronto i dati di Bankitalia in un arco di nove anni, dal 2015 al 2023 per rappresentare l’evoluzione della desertificazione bancaria, che in Piemonte, complice l’alto numero di comuni (1.181), è più evidente. Su 489 paesi di montagna quelli privi di sportelli sono 369 pari al 75,5%, come dire tre comuni su quattro. Nel 2015 la percentuale si fermava al 62,2%.