Sono cinque le ditte che nel 2020 hanno chiuso i battenti. Dato negativo si registra anche a livello di ore lavorate
Con l’emergenza sanitaria continua l'emorragia di imprese nel comparto edile. Sono cinque le ditte che nel 2020 hanno chiuso i battenti. Dato negativo si registra anche a livello di ore lavorate : - 8,08%. Non va meglio neppure sul fronte degli addetti occupati nel comparto, la flessione qui è del – 2,53% . In calo pure la massa salari che scende da 20.264.000 del 2019 agli attuali 18.654.00 euro.
A colpire maggiormente il lungo periodo di lockdown di primavera. Il fermo ha travolto un settore che nel primo trimestre dell'anno – a livello locale - sembrava avviato a risollevarsi dopo anni di crisi.
A inizio anno infatti la massa salariale ha fatto segnare +7,93% a gennaio e +10,30% a febbraio. “ I mesi successivi invece – segnala Luca Lepiani di Feneal Uil Vco – sono stati difficili “. Nel Verbano Cusio Ossola solo le imprese che si sono aggiudicate commesse per lavori ferroviari o stradali hanno potuto lavorare. Questo ha comportato la messa in cassa integrazione per molti lavoratori. “ Lavoratori – spiega ancora Lepiani – rimasti per molti mesi senza nessuna entrata economica a causa dei forti ritardi registrati nei pagamenti della Cig da parte dell'Inps “. Nel Verbano Cusio Ossola si stima che solo il 10% delle imprese edili ha anticipato la Cassa integrazione ai propri lavoratori.
A giugno, dopo il lockdown il settore è ripartito anche a livello locale. Molti lavoratori del comparto edile hanno rinunciato alle ferie estive per rimanere sui cantieri. “ A giugno nel Verbano la massa salari ha fatto segnare una ripresa con un + 6,64% “ sottolinea Lepiani. Trend confermato anche a settembre. Una nuova inversione di tendenza si è registrata a ottobre con il semi lockdown. “ Gli ultimi dati – conclude Lepiani – evidenziano che il settore fa fatica a risollevarsi e i disagi per imprese e lavoratori sono ancora notevoli “.