Il Vco è pronto a chiedere nuovamente il divorzio dal Piemonte. Sei anni dopo la prima volta, è ancora il segretario provinciale della Lega, Enrico Montani, a rilanciare. “Contro il tentativo di scippo in atto a Torino – spiega in una nota – dove pare che ci vogliano sottrarre una parte dei proventi dei canoni idrici, siamo pronti a riproporre il referendum per il passaggio alla Lombardia e se nel 2018 abbiamo raccolto oltre 5.300 firme, questa volta vogliamo fare ancor meglio e tagliare il traguardo. Va sottolineato che i canoni ottenuti negli anni scorsi grazie a una legge che è stata fortemente voluta dalla Lega – prosegue Montani – non sono stati un regalo al Vco, bensì la corretta compensazione verso un territorio che è prevalentemente montano, qual è il nostro, e dove insistono grandi centrali di società che producono energia. Oneri ed onori, dunque. E non ci dimentichiamo – si legge nel comunicato – che la Lombardia storna per intero i canoni idrici a Sondrio e così fa il Veneto con il Bellunese. Pertanto, non si capirebbe perché levarcene una parte. Sempre i canoni – dice ancora Montani – hanno consentito alla Provincia del Vco, che si trovava in situazione di collasso economico, di ripianare il debito, pagare i fornitori e rimettere mano ad opere pubbliche, in tema di strade e di edilizia scolastica, bloccate da lungo tempo. Sono complessivamente 14 milioni, non bruscolini, e per questo motivo siamo pronti a dare battaglia contro il centralismo romano e la sciagurata ipotesi che circola in queste ore a Torino. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni – afferma Montani – non mi sento né piemontese né lombardo, sono semplicemente un cittadino del Vco che guarda a chi è in grado di fornirci risposte rapide e concrete, in termini di sviluppo anche economico. Il Vco è legato alla Lombardia da motivi storici oltre al fatto, non trascurabile, di condividere il più bel lago d’Italia e, dunque, il “salto” non sarebbe al buio. Siamo pronti a lottare – conclude il segretario leghista – per difendere i nostri interessi e se così non sarà, a riproporre il referendum”.