“Lo sguardo lucente. Paesaggi mediali ai tempi dell’AI” è la mostra di Davide Maria Coltro allestita nella sede di Palazzo Viani Dugnani del Museo del Paesaggio di Verbania dal 7 dicembre 2024 all’11 maggio 2025. È curata da Elena Pontiggia. Saranno esposte opere che raccontano l’indagine dell’artista sul genere pittorico del paesaggio dai Quadri Mediali dei primi anni Duemila a lavori realizzati appositamente per la mostra.
“L’artista ci presenta schermi in cui lo spettacolo della luce e del colore si dipana lentamente, attimo dopo attimo, e ci comunica un auspicio fondamentale in un mondo composto di cose, tante cose, sempre più cose, abbiamo bisogno di allontanarci dalla dittatura della materia, dal totalitarismo dell’oggetto, per giungere a guardare, in quel pezzetto di cielo informatico che l’autore ci offre, noi stessi e, forse, l’infinito” spiega Elena Pontiggia.
“Per me un monitor è una tela viva – le parole di Davide Maria Coltro – , sulla quale posso scrivere, che può emettere luce ed avere come elemento pittorico anche il tempo. Il Quadro Mediale si pone in costante dialogo con la storia dell’arte, soprattutto la pittura e la fotografia. Fare arte tecnologica potrebbe sembrare scontato, ma in realtà è un atto di coraggio, perché si affrontano problemi sconosciuti”.
Le opere mediali di Coltro saranno in dialogo con la collezione permanente di Palazzo Viani Dugnani, divise in due sezioni: la prima vedrà esposti i paesaggi nei quali lo scenario è più visibile e riconoscibile, frutto della riflessione sul movimento pittorialista italiano ed europeo a cavallo tra Ottocento e Novecento, momento della storia dell’arte molto interessante con significative connessioni concettuali tra i media dell’epoca e quelli digitali attuali. Ad accogliere il visitatore tre Quadri Mediali storici del 2003, provenienti dalla collezione del mecenate e gallerista Pietro Gagliardi, tele vive con un flusso incessante di pitture digitali che penetrano l’una nell’altra con combinazioni sempre nuove. Dal flusso mediale in continuo divenire, l’artista raccoglie tracce che diventano opere uniche, oggetti dagli aspetti diversi come stampe digitali o installazioni di biblioteche immaginarie.
La seconda sezione propone i nuovi lavori realizzati appositamente per la mostra al Museo del Paesaggio. Per generare questi flussi mediali l’artista ha creato paesaggi come teatri di eventi naturali estremi, utilizzando nel processo di pittura elettronica anche l’intelligenza artificiale.
“L’artista entra in punta di piedi all’interno delle collezioni del Museo del Paesaggio inserendo nelle sale alcune filiazioni storiche di paesaggio in stretto dialogo con le opere permanenti del museo, in un percorso che attraversa i suoi primi studi, le sue sperimentazioni e tutta la sua carriera fino ad arrivare all’esplosione finale: un inno alla modernità e all’utilizzo sano e intelligente dell’AI per fare arte e comunicare messaggi profondi al pubblico” rimarca la Direttrice Artistica e Conservatrice del Museo del Paesaggio Federica Rabai.
“Il Museo del Paesaggio propone una nuova grande mostra con un artista di fama internazionale – aggiunge il presidente Carlo Ghisolfi – affrontando per altro un tema di grande attualità come quello dell’intelligenza artificiale. Il museo continua nell’esplorazione di linguaggi artistici sempre differenti da proporre al pubblico locale e ai tanti turisti che visiteranno le nostre sedi nei prossimi mesi. In parallelo sono diverse le nostre opere in prestito ad altre realtà culturali, esposte in mostre temporanee allestite presso importanti musei italiani ed europei”.