Nei giorni scorsi abbiamo incontrato l’alpinista ossolana Cristina Piolini, che ci ha raccontato alcuni dei motivi dietro al fallimento della spedizione italo-pakistana K2 70, che si poneva l’obiettivo di tornare sulla vetta del K2 per celebrare il 70esimo anniversario della prima salita sulla vetta della seconda montagna più alta della Terra.
Tante le difficoltà incontrate dai membri della spedizione, avvenuta lo scorso luglio: il meteo avverso e il caldo anomalo riscontrato nel corso del tentativo di ascesa ha portato a una serie di eventi avversi, tra cui il distacco di grossi seracchi. Cristina ha dovuto inoltre, nei primi giorni di luglio, compiere un’operazione di salvataggio in favore della compagna di spedizione Amina, giunta a Campo 1 con un’edema cerebrale in corso. La necessità di scendere fino a Campo Base trasportando la compagna sulle spalle ha pesato sul fisico di Cristina, poi vittima di un incidente negli ultimi giorni del mese quando, per evitare la caduta un grosso masso, è stata costretta a compiere una torsione innaturale che l’ha obbligata a concludere anzitempo la sua avventura e i cui strascichi avverte ancora oggi.