Toni accesi hanno caratterizzato ieri sera il confronto tra i frati Cappuccini e i residenti del quartiere domese. E’ stato il tendone degli impianti sportivi ad accogliere il padre provinciale dei frati minori e i parrocchiani arrivati in massa per capire il perché i cappuccini debbano lasciare la parrocchia a partire dalla prossima estate.
Padre Roberto Rossi Raccagni ha spiegato che la missione dei frati non quella di reggere le sorti di una parrocchia. “Questa, la Cappuccina, è stata un’eccezione – ha detto-. E’ stato fatto nei tempi in cui c’erano tante vocazioni. Oggi stiamo riorganizzando il nostro ordine. Il mondo cambia e bisogna adeguarsi”.
Parole che hanno suscitato l’intervento di diversi parrocchiani. Tutti convinti che sia necessario un passo indietro.
Chi si è avvicendato al microfono ha chiesto una riflessione. La valutazione delle ricadute di una simile decisione sulla comunità. Un quartiere nato e cresciuto attorno ai frati. Così come le opere francescane : casa del fanciullo, asilo, impianti sportivi, radio, teatro e ancora la colonia estiva del trenino dei bimbi.
Quasi due ore di confronto dove la parti non si sono mosse dalle posizioni iniziali. Del resto la stessa premessa del Padre provinciale non lasciava intendimenti differenti. “Sono chi -. ha specificato il religioso – per spiegare come siamo arrivati qui. C’è una crisi di vocazioni e mancano i frati”. Padre Raccagni ha parlato dei compiti dell’ordine : la vita in comunità e fraternità non certo la gestione di una parrocchia. “Siamo andati via da Novara, da Alessandria e le opere che noi gestivamo hanno continuato a vivere. Dialogheremo con la comunità locale così come gli enti del territorio” ha promesso.
I parrocchiani per nulla rassegnati hanno promesso iniziative di protesta. “Non possiamo arrenderci. Via i frati il quartiere perde la sua identità” il pensiero comune. E c’è anche chi ha promesso di incatenarsi alla statua di Padre Michelangelo, storico parroco della Cappuccina, per manifestare in maniera clamorosa il suo dissenso.
I parrocchiani della Cappuccina: “Non possiamo arrenderci o il quartiere perderà la sua identità”
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