“Guido Boggiani. La collezione del Museo del Paesaggio” è il nuovo volume voluto
ed edito dal Museo del Paesaggio di Verbania a conclusione dell’esposizione che si
è chiusa nelle scorse settimane, la prima mostra monografica a livello nazionale
dedicata al pittore ed esploratore omegnese. “Più oltre, più oltre nel nuovo. I viaggi
di un artista: Guido Boggiani” ha raccontato il pittore, l’uomo, le sue amicizie, un
artista partito dal Lago Maggiore e approdato nella Capitale, che poi attraverso i suoi
viaggi si è trasformato in etnografo e linguista ed è diventato un pioniere
dell’etnologia.
La pubblicazione, riccamente illustrata con dipinti e disegni della collezione del
Museo del Paesaggio ma anche con opere meno note, è a cura di Federica Rabai e
Stefano Martinella. E’ stata presentata ufficialmente venerdì 29 novembre presso la
sala conferenze di Palazzo Viani Dugnani.
I testi sono firmati da Aurora Scotti, che è stata anche la curatrice della mostra,
dall’etnologo e documentarista Maurizio Leigheb e dallo storico dell’arte Stefano
Martinella.
Il volume è stato realizzato con il sostegno di Ministero Direzione Generale
Educazione e Ricerca Istituti Culturali, Regione Piemonte, Città di Verbania e
Fondazione Cariplo.
“Abbiamo aggiunto un tassello importante alla nostra realtà culturale perché
questa pubblicazione rappresenta il catalogo generale di una nostra intera
collezione museale” rimarca la Conservatrice del Museo del Paesaggio Federica
Rabai. Aggiunge: “E’ stato complicato ricostruire l’intera produzione di Boggiani,
mancano le opere appartenenti alle collezioni private. Speriamo che la mostra e la
pubblicazione fungano da cassa di risonanza e che magari qualche collezionista si
faccia vivo con noi per iniziare a colmare queste lacune”.
“Guido Boggiani. La collezione del Museo del Paesaggio” con l’approfondimento di
Stefano Martinella parte dalle prime opere del pittore, quelle dedicate alla terra
dove è cresciuto, a Stresa e ai paesaggi del Verbano; racconta il primo nucleo di tele
acquisite e donate al museo e l’affidamento allo stesso da parte degli eredi di
Boggiani di gran parte della sua produzione artistica. Martinella evidenzia il legame
del pittore con il suo territorio d’origine, “Ogni ritorno sul lago per una visita alla
famiglia era occasione per un nuovo quadro” spiega. Lo stesso ha curato la sezione
del volume sulla collezione di Boggiani del Museo del Paesaggio: le tele ma anche i
53 disegni che sono stati tutti restaurati per la mostra. Ancora, racconta la presenza
del pittore-esploratore nei musei del mondo.
Aurora Scotti punta i riflettori sull’artista Boggiani, esponente di spicco del
Naturalismo Lombardo, sul rapporto con i maestri e sulle prime esposizioni a
Milano. Non mancano riferimenti al suo periodo romano, alle amicizie con noti
intellettuali del tempo (da Gabriele D’Annunzio ad Edoardo Scarfoglio) e al suo
crescente interesse per le popolazioni del Sudamerica.
“Nonostante tutte le sue esperienze successive Boggiani è rimasto sempre legato
al Naturalismo – spiega Scotti-. I suoi interessi in campo scientifico non lo hanno
spinto verso il Divisionismo, ha continuato a scegliere la natura che suggerisce un
sentimento, pace, serenità. Questa è stata la sigla che lo ha accompagnato tutta la
vita, anche nelle vedute dell’America Latina”. Prosegue Aurora Scotti: “Siamo di
fronte ad una specie di dicotomia: il paesaggio lo emozionava, nelle sue ricerche
etnografiche emerge invece la volontà di classificare, capire scientificamente lo
sviluppo del genere umano. Questo arricchisce la sua figura e ci fa capire la
poliedricità dell’uomo. Contemporaneamente offre anche una lezione di coerenza:
la natura è il luogo dove la scienza può cercare di capire le origini dell’universo,
Boggiani diventa lo scienziato della natura quando dipinge e poi fa l’antropologo
quando si reca in Sudamerica”.
Il focus di Maurizio Leigheb è proprio dedicato al passaggio di Guido Boggiani da
pittore a etnografo con i suoi importanti studi in Paraguay sulla tribù dei Caduvei, i
famosi “indios cavalieri”. Tornato in patria l’artista partecipa con gli amici conosciuti
a Roma ad una crociera in Grecia sul panfilo “Fantasia” all’insegna della cultura
classica per tornare poi ai suoi amati studi sudamericani, una passione che gli
costerà anche la vita. “La scoperta vera di Boggiani è stata fatta da etnologi ed
antropologi perché si sono resi conto che il suo diario Viaggi di un artista
nell’America Meridionale. I Caduvei è in realtà una delle prime monografie
etnografiche al mondo dedicata a un’unica popolazione, siamo nell’Ottocento”
sottolinea Leigheb.
“Questa pubblicazione incarna lo spirito del museo” dichiara in conclusione il
Presidente del Museo del Paesaggio Carlo Ghisolfi: “Guido Boggiani oltre ad essere
un artista con molte opere nella nostra collezione è stato uno di quegli artisti che ha
costituito il corpo principale del Museo del Paesaggio secondo i dettami del
fondatore Antonio Massara: la divulgazione di un paesaggio reale, vicino alla gente e
in trasformazione. Il volume rappresenta un elemento importante per il museo e
per la la divulgazione della cultura del paesaggio”.
“Guido Boggiani. La collezione del Museo del Paesaggio” è acquistabile presso il
bookshop di Palazzo Viani Dugnani, via Ruga 44, Verbania (15 euro).