Di piatto, di collo, di punta e… di tacco (3)
La rubrica di Roberto Cominoli
ESONERI – Primi esoneri in Serie D. Il Vado pochi giorni fa, dopo l’inatteso e imprevedibile 5-0 subìto dal Bra nell’infrasettimanale, ha esonerato Silvestro De Lucia e subito nominato il nuovo tecnico, che sarà Marcello Cottafava (ex difensore, tra le altre, di Sampdoria, Lecce e Triestina). Quello stesso Cottafava brevemente passato a Novara, alla guida dell’Under 19 dal dicembre del 2022 al 17 gennaio del 2023, per poi appunto approdare al Vado esattamente un anno fa, sostituendo alla 5a giornata un certo Renato Mancini e chiudendo col 4° posto finale. A titolo esemplificativo estrapolo da una cronaca della partita il gol di Quitadamo (ex Rg Ticino) su punizione: “50′ GOL BRA! Incredibile. Punizione calciata da Quitadamo direttamente da metà campo, sul lato destro. Sattanino colpevolmente fuori dai pali, si fa sorpendere. Terzo tiro nello specchio dei piemontesi, terzo gol.” Spero abbiate capito. Per la cronaca il Vado ieri ha vinto 2-0 sul Chieri con reti di Vincenzo Alfiero e Diego Vita (sempre lui…). Anche il Brindisi (girone H) ha sollevato dall’incarico Alessandro Monticciolo dopo la sconfitta con l’Acerrana arrivata al 96’ grazie a un tiro (deviato) di Elefante. Che ha rotto tutti i cristalli brindisini…
LA PRIMA VOLTA – In attesa di Cristian Bertani, che sta (senza accento) per arrivare, il Briga trova la prima vittoria stagionale. A segno Rogora, il solito Scienza, che ne aveva rifilati due (anzi tre ma un gol è stato annullato) al Verbania in Coppa, e Caporale. Una partenza falsa può capitare. Ma rimediare in fretta era d’obbligo. Nel Bulè ritorna al gol Facundo Di Cesare, che in campionato non segnava dai suoi esordi italiani, in Eccellenza nella Fulgor Valdengo, due stagioni fa. E infine il povero Oleggio ferma la ricca Biellese. Gli aggettivi povero e ricco vanno virgolettati e presi a livello di battuta, mi raccomando. Dire che Davide ha fermato Golia, sarebbe stato peggio.
DOLCI AUMENTI – Quest’anno alle squadre dell’Interregionale che schiereranno il maggior numero di juniores sono stati aumentati i premi (che otterranno a patto di non retrocedere). Esemplifico. Prima venivano concessi 25 mila euro alla più giovane società, 15 mila alla seconda classificata e 10 mila alla terza. Per i 9 gironi erano concessi un totale di 450 mila euro. In questa stagione i premi saranno così suddivisi: 50 mila euro alla più giovane, 30 mila alla seconda, 20 alla terza, 10 mila alla quarta e 5 mila alla quinta classificata. Per un totale di un milione e 35 mila euro. Cioè 585 mila euro in più rispetto al passato. Bene. L’iscrizione al campionato, che era di circa 11 mila euro più la fidejussione di 31 mila euro, è passata a circa 16 mila euro, 5 mila in più. Fidejussione invariata. Moltiplichiamo x 166 e otteniamo 830 mila euro. Togliamo i 585 mila euro di cui sopra, e vedremo che il maggior incasso romano sarà di 265 mila euro.
LA FRASE FAMOSA – “Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”. Di Winston Churchill. E senza commento. Anzi no. Lo abbiamo smentito 3 anni fa, a Londra, all’Europeo, dagli 11 metri. Ma haimè, una rondine di Mancini non fa primavera.
IL LIBRO – Anche stavolta niente sul calcio ma filosofia dei nativi americani (gli indiani). John G. Neihardt, Alce Nero parla – Gli Adelphi n. 11, ed. 1968 e 1990. Ecco la citazione. “Tutto ciò che il potere del mondo fa è fatto in un cerchio. Il cielo è rotondo, e ho sentito che la terra è rotonda come una palla, e così sono tutte le stelle. Il vento, nella sua massima potenza turbina su se stesso. Gli uccelli fanno il loro nido in cerchio, perché la loro e come la nostra stessa religione. Il sole esce, sale e scende di nuovo in cerchio. La luna fa la stessa cosa ed entrambi sono rotondi. Anche le stagioni formano un grande cerchio nel loro cambiamento, e tornano sempre di nuovo dove erano. La vita di un uomo è un cerchio dall’infanzia all’infanzia, e quindi è in tutto dove il potere si muove. I nostri tepee erano rotondi come i nidi degli uccelli, e questi erano sempre incastonati in un cerchio, il cerchio della nazione.” Aggiungo: lo stesso vale per la storia delle società di calcio. Tutto finisce, i cicli finiscono, siano essi cortissimi, corti, lunghi o lunghissimi. Faccio un solo esempio, col Verbania: negli anni ’60 alla prima stagione di serie D la squadra vince e sale in C, dove rimane per 7 anni, poi retrocede e scende in D, da dove retrocede subito. Cerchio chiuso.