Di piatto, di collo, di punta e… di tacco (28)
La rubrica di Roberto Cominoli
SITUAZIONE – In Eccellenza siamo a questo punto. Abruzzo: Giulianova 72, Castelnuovo Vomano 6 (-3 partite); Alto Adige: Maia Alta Obermais 53, Partschins Raiffeisen 47 (-4); Basilivcata: Ferrandina Promossa; Calabria: Vigor Lamezia promossa; Campania: girone A Afragolese promossa, girone B Heraclea 71, Battipagliese 69 (-2); Emilia Romagna: girone A Nibbiano & Valtidone 69, Correggese 67, girone B Mezzolara 60, Pietracuta e Tropical Coriano 68; Friuli: San Luigi 59, Tamai 55 (-3); Lazio: girone A Valmontone 66, W3 Maccarese 57 (-5, finisce l’11 maggio !), girone B Unipomezia 75, Montespaccato 68 (idem); Liguria: Celle Varazze 66, Rivasamba 64 (-2); Lombardia: girone A Caronnese e Pavia 70, Solbiatese 69 (-2), girone B Mapello 65, Leon 60 (-2), girone C Scanzorosciate 71, Rovato Vertovese 65 (quest’ultima con 2 gare in meno ma finalista di Coppa Italia e quindi già promossa, chiaro che sale anche lo Scanzorosciate); Marche: K Sport Montecchio Gallo 59, Maceratese 56 (-1 ma con girone dispari – Fano ritirato – N.B: ieri sfida diretta vinta dal K Sport per 3 a 2!); Molise. Vastogirardi promosso; Piemonte: girone A Biellese promossa, girone B Valenzana 59, Pinerolo 54 (-2, ieri Pinerolo-Valenzana 0-1); Puglia: Barletta promosso; Sardegna: Budoni promosso; Sicilia: girone A Athletic club Palermo promosso, girone B Milazzo 63, Modica 61 (-1); Toscana: girone A Camaiore promosso, girone B Scandicci promosso; Umbria Altotevere Sansepolcro 55, Angelana 52 (-2); Veneto: girone A Union La Rocca Altavilla promosso, girone B Conegliano 62, Sandonà 59 (-1).
RICORDI – L’altra sera a Baveno nell’anticipo Feriolo-Juve Domo, ho rivisto dopo tanti anni l’allora vicepresidente della squadra ossolana Egidio Agnesina. Mi ha ricordato, lui che buona memoria, la cessione del giovane Beppe Scienza dai granata all’Omegna, estate del 1984 (il ragazzo non aveva ancora 18 anni, essendo nato nell’ottobre del 1966). Andò così. Io conoscevo bene Scienza, che due anni prima piccolino ma già molto bravo giocava a Intra nelle giovanili del San Francesco. Noi del Ramate avremmo voluto portarlo tra i garibaldini ma se lo prese mister Henke. Quella volta andai dal presidente dell’Omegna Guido Alberganti e feci un po’ di pressione per andare a prelevare il ragazzino, che nel frattempo era finito alla Juventus Domo, squadra in Promozione guidata da Pierantonio Morea (ex calciatore dell’Omegna). Alberganti alla fine si convinse, e si fece sotto con Agnesina (erano concessionari Fiat, uno nel Cusio l’altro nell’Ossola…). Il valore del parametro del giocatore (Omegna tra i professionisti in C2 poteva esercitare tale riscatto d’autorità) era – mi ha ricordato sabato Agnesina – di 9 milioni di lire. Ma i dirigenti ossolani recalcitravano. La cosa si risolse in questa strana maniera: Alberganti cedette ad Agnesina una Lancia Beta Coupè benzina, cilindrata 2.000: un macchinone. “Valeva 20 milioni”, dice Agnesina, “la presi e poi la vendetti girando i soldi alla Juve Domo”. Un anno dopo Beppe Scienza (la stagione nell’Omegna trascorsa da protagonista: a 18 anni titolare da mezz’ala destra con 28 presenze e 4 gol) passa al Torino. Dicono per la bellezza di 200 milioni. La cifra me la sono dimenticata, giuro, ma Beppe vinse subito il campionato Primavera e il Torneo di Viareggio con Vatta, per poi viaggiare (Campania, Foggia, Reggina, Reggiana, Torino, Piacenza, Cesena, ecc. ecc.: in A 117 presenze e 11 gol). Chi lo fece l’affare? Tutti, ma soprattutto lo fece Beppe, cominciando in fretta, sotto gli insegnamenti sul campo di Carlo Jacomuzzi e Mauro Colla, guidato in panchina, dopo Leo Siegel, da Renzo Burini (330 presenze in A con 123 reti) e Marino Bergamasco, mitico secondo di Nereo Rocco per una vita. A un certo punto, lui lo sa come lo so io, apparve nella sua vita Marchioro, il mio amico Pippo. Ma questa è un’altra storia.
PROMOZIONI – Salgono, risalgono, ritornano, arrivano. Dopo la Biellese, ecco le vittorie nei tornei minori dalle nostre parti, di Piedimulera, Esio Verbania e Mergozzese. Una certezza (in Ossola) una riconferma (nel Verbano, Esio aveva vinto con questo nome solo la Terza l’anno prima) un rientro (sul laghetto di Mergozzo, diviso a metà tra Cusio, Verbano ed Ossola…). A Piedimulera regna da tempo (1998) la famiglia di Beniamino Tomola, coinvolta dal mitico Ernesto Gori. Nel 2006 la squadra sale in Prima, nel 2013 ecco la Promozione, poi anche la breve avventura, grazie a un ripescaggio, in Eccellenza. E la discesa. E ora il ritorno il Promozione, auspice la squadra sorretta in zona gol da un bomber che ha segnato 33 gol in 20 presenze. A Mergozzo invece da sempre un uomo solo, spesso anche solitario, al comando. Nella Mergozzese, da non confondere con il Mergozzo. Sennò Nicola Acucella si arrabbia. In squadra (ha segnato 10 gol…) un certo Brunetti Francesco, classe 1983. Uno che aveva il calcio nel sangue da ragazzino nelle giovanili del Milan. Poi nella Pro Sesto (C2), nel Borgomanero e Sparta Vespolate (D), nel Seregno (D), ad Oleggio, Romentino, nel Dufour Varallo. E’ salito dalla pianura pian piano verso i laghi, segnatamente quel lago d’Orta che lo insediato ad Omegna. E adesso da non più… giovane, ha trovato un altro lago, quello fatato di Mergozzo. Dove i sogni non muoiono all’alba. Piccole storie. Belle storie. Vedremo se anche l’Esio Verbania le saprà raccontare. Si misura non i mesi e nemmeno in pochi anni il pathos del calcio minore (minore si fa per dire: comunque grande). Piedimulera e Mergozzese hanno basi solide, storiche, che durano da decenni.
IL LIBRO – in tempi di classiche del nord, stiamo in zona ciclismo. Ricordando il nostro Pippo Ganna che ci prova. E purtroppo la caduta al Fiandre della nostra Elisa Longo Borghini, finita in ospedale per controlli. Auguri ad entrambi. Allora: “Campionissimi” del collega Maurizio Crosetti, B.C. Dalai editore, 2010, euro 15,20. Un giorno nella vita di 30 grandi ciclisti. Da Maurice Garin, che vinse il Tour del 1903, a Bottecchia, a Bartali, a Coppi, e via via fino a Pantani. “Forse questo è un libro sulla solitudine e sull’addio. Non è una storia del ciclismo, semmai dei ciclisti. Dentro ci sono persone e paesaggi. Più qualche ricordo, e racconti tramandati, e l’alone opaco della fatica”.