Di piatto, di collo, di punta e… di tacco (21)
La rubrica di Roberto Cominoli
SCONTRI – Stagione ‘68/69, serie C, girone A. Il Novara appena retrocesso dalla serie B trova sulla sua strada anche il Verbania, al suo terzo anno di categoria. Il 15 dicembre, all’andata, Verbania-Novara 0 a 0. Tra i biancocerchiati ci sono Fellini (un ex) in porta, Germano Giannini (altro ex) terzino destro, Mariani terzino sinistro, stopper il gravellonese Maconi, con De Ponti libero e il giovane Sadocco in mediana. Davanti giostrano Gini, un certo Bagnoli (arrivato da un paio di mesi), Barichella, Marforio e Bianco. Gli azzurri schierano Lena in porta, Mauro Colla (un ex, partirà presto per Foggia) terzino con Testa; Cribio, il Nini Udovicich e Manini; all’attacco Rossi, Gabetto e Bramati, mezze ali Urban e Milanesi. Il ritorno alla penultima giornata, 18 maggio. Il Verbania vince a Novara, stadio Alcarotti, 2 a 1. Autorete di Tagliavini all’8’, gol di Marforio al 40’, poi segna Brignoli al 7’ della ripresa. Gli azzurri sono in campo (chiuderanno la stagione all’8° posto, verbanesi poi salvi, un punto in più della zona retrocessione) con Pulici; Giovannini, Colla; Canto (un anno in prestito a Verbania come Luigino Giannini), Tagliavini, Manini; Milanesi, Brignoli, Gabetto, L. Giannini, Schilirò. L’undici verbanese è questo: Fellini; De Ponti, Mariani; Brunati, Maconi, Sadocco; G. Giannini, Girelli, Gini, Marforio, Muzzio. L’anno dopo Verbania-Novara, 13a giornata, 8 dicembre: 1 a 1, segnano Bramati e Dado Maioni (un ex azzurro). Il ritorno, 32a giornata, 26 aprile del 1970, con il Novara lanciato per la vittoria finale (chiuderà a +4 sul Lecco) Pedroli abbassa la guardia (protesta Marchioro, l’allenatore): in porta il povero Pisci (alessandrino, morto giovanissimo), all’ala destra, unica sua presenza in biancocerchiato, il Nino Festa di Gravellona (ex Ramate). Decide Carrera, mezzala di grande piede, poi cuoco sopraffino ad Arona. Verbania salvo: ancora una volta un punto in più della zona retrocessione. Tanti, tantissimi anni dopo, Pedroli chiederà il rimborso a Santino Tarantola, non più nel Novara ma alla Sparta. Ma questa è un’altra storia.
ALTRI SCONTRI – Siamo nell’ultimo anno di serie C unica, poi ci sarà la C2. La prima sale in B, altre 11 rimangono in C1, le ultime 8 andranno in C2. Comincia la serie dei derby tra azzurri e rossoneri (tutti gli altri saranno in C2, a dire il vero). 8a giornata, 30 ottobre 1977. Omegna-Novara 1-0. In rossonero Gianni Colombo; Pioletti, Martines; Minati, Nolfo, Pittofrati; Cassardo, Piraccini, Enzo, Domenicali, Trevisani. In azzurro: Nasuelli; Veschetti, Zanutto; Ferrari, Venturini, Bacchin; Giavardi, Giancarlo Guidetti, Jacomuzzi, Lodetti (poi sostituito da L. Giannini), Piccinetti. Segna Cassardo, di testa su cross di Pittofrati. Vittoria storica, come quella del Verbania ricordata sopra. Al ritorno, il 19 marzo 1978, i novaresi guidati da Franco Viviani, si vendicano. Finisce 2 a 0 con reti del subentrato Brusuli e di Piccinetti. Nell’Omegna rispetto all’andata lo stopper è Corbetta, nel finale subentra Martina (una punta) a Domenicali. Poi ci saranno i derby di C2, a partire dall’81/82. Ne riparleremo.
IL LIBRO – La mia rivoluzione, di Johann Cruyff, Bompiani 2016, euro 17,00. Questo l’incipit, anzi il prologo: “Non ho titoli di studio, tutto ciò che so, l’ho appreso dall’esperienza. Dopo la perdita di mio padre all’età di 12 anni, la mia vita è stata definita dall’Ajax…. E poi dai miei allenatori, Jany Van der Veen e Rinus Michels… ho sempre vissuto con l’obiettivo di migliorare, me stesso e gli altri. E ho perseguito questo impegno in ogni mia azione”. Dice di lui Pep Guardiola: “Non sapevo nulla di calcio prima di incontrare Cruyff…”. Qualche cifra. Nel suo palmarès può vantare 9 campionati olandesi, 6 Coppe dei Paesi Bassi, un campionato spagnolo, una Coppa di Spagna, 3 Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Con la nazionale olandese è stato finalista al campionato del mondo 1974 e terzo classificato al campionato d’Europa 1976. Fra nazionale e squadre di club, segnò da professionista 402 gol in 716 partite ufficiali. Una delle sue frasi emblematiche (facile a dirsi, difficile a farsi…): «Ogni allenatore parla di movimento, dice di correre sempre. Io dico: non correte molto. Il calcio è un gioco in cui si gioca con il cervello. Bisogna trovarsi nel posto giusto nel momento giusto, né troppo tardi, né troppo presto».
BRA – Ha perso 3 volte: in casa dal Chisola e ieri dalla NovaRomentin, fuori dalla Vogherese. Ha segnato 59 gol (52 il Livorno e 50 il Forlì, ma con 4 gare in meno), e ne ha subìti 14 (il Siracusa 10 e la Samb 12, entrambe con 4 gare in meno). Hanno segnato 10 gol Costantino, 9 Aloia e Tuzza, 8 Minaj. Il Varese adesso insegue a 6 punti, Vado e NovaRomentin sono a -10. Per non vincere il campionato il Bra deve perdere almeno altre 2 gare. E forse non basterebbe. E’ statistica, non previsione certa.
LA FRASE – “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro”. Questa è di Pier Paolo Pasolini.