Al netto delle gare di ieri (non ancora inserite nei nostri data base), ecco chi ha sempre giocato nei gironi A e B di Serie D. Girone A – 1350’ giocati: Silvio Brustolin (Asti), Valentino Soplantai (Borgaro), Riccardo Sganzerla e Emanuele Ribero (Bra), Joao Vitor (Cairese), Marco Di Lernia (Chisola), Paolo Cannistrà e Mathias Ferrante (Novaromentin), Paolo Valagussa e Vladimir Mikhaylovskiy (Varese). Girone B – 1350’ giocati: Alessio Bernardi (Castellanzese), Riccardo Tosi (ChievoVerona), Cristiano Bigolin (Folgore Caratese), Modou Badjie, Gonzalo Escudero e Nicolas Rodriguez (Nuova Sondrio), Davide Libertazzi (Sangiuliano), Gianmarco Chironi (Varesina), Marco Businarolo (Vigasio). Noi conosciamo bene, per aver giocato dalle nostre parti, soprattutto Mikhaylovskiy (Gozzano, Sanremese, Vado), Soplantai (Sestri, Derthona, Stresa, Lavagnese) e Davide Libertazzi (Borgosesia, Chieri, Pont Donnaz, lo scorso anno al Fanfulla, premiato come miglior portiere della categoria dalla LND).
COSI’ PARLO’ UMBERTO ECO – “Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie”. “Questo è il bello dell’anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza”. “I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”. “Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai. Ma proprio per questa ragione essi sono gli unici che non avranno mai preoccupazioni di questo genere. I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare”. E infine: “Lo stupido è insidiosissimo. L’imbecille lo riconosci subito, per non parlare del cretino, mentre lo stupido ragiona quasi come te, salvo uno scarto infinitesimale”. (da Il pendolo di Foucault).
INVENZIONI – Piaccia o non piaccia il suo modo di vedere il calcio italiano di quegli anni, Gianni Brera ha cambiato per sempre il modo di interpretare il gioco e le gare. Ecco ad esempio alcuni dei “suoi” neologismi che rimarranno per sempre nel gergo giornalistico (e non). Abatino, per antonomasia Gianni Rivera, ma prima di lui aveva chiamato così Livio Berruti (oro nei 200 piani a Roma) – Traversone, un lungo lancio in diagonale, un accrescitivo della traversa – Staffilata, la “staffa”, in lombardo, è la frusta che si usa per spronare il cavallo – Atipico (per giocatori fuori norma, come Rivera, Sivori, Corso) – Bonimba (per Roberto Boninsegna) – Centrocampista, sia regista che incontrista – Cursore, centrocampista di fatica e quantità, alla Domenghini – Disimpegnare, mica male anche questo – Eupalla, la dea che presiede al bel gioco (dal greco ευ = bene ) – Forcing, copiato dal gergo boxistico – Goleador, chi segna di destrezza, cosî come… il toreador, da cui seguono anche “goleare” e “goleada” – Incornare, francesismo, anche qui , sotto sotto, c’è il toro . Libero, Inventato nel 1949, è aggettivo/sostantivo ormai usato in tutte le lingue del mondo – Melina, dal bolognese gioco della melina (in dialetto al zug da mléina) – Palabratico, deriva dallo spagnolo “palabra”, ovvero parola – Contropiede, un attacco in direzione inversa: tratto dalla seconda fase della danza del coro delle tragedie greche – Palla gol, inutile spiegare – Pretattica, anche questa comprensibilissima – Rifinitura, idem come sopra: la diamo per scontata, ma l’ha scritta lui per primo – Rombo di Tuono, beh di Gigi Riva scrisse anche “Re Brenno”. E aggiunse: “Fosse nato al tempo dei Galli, lui e non altri li avrebbe condotti alla conquista di Roma” – Uccellare, pare lo avesse scritto per primo un certo Boccaccio – Prestipedatore, incrocio dei termini prestigiatore e pedatore: un giocoliere con la palla – Conileone, per Altafini ultima versione, quello che giocò nel Chiasso (Viani nel Milan tanti anni prima lo aveva chiamato coniglio…) – Destrorso, facile da capire, dal latino – Cippirimerlo, ovvero…marameo. E mi fermo qui, ma ce ne sono altre….
IL LIBRO – Torniamo al calcio. Gigi Garanzini: Nereo Rocco. Mondadori Strade Blu, 2009, euro 16,00. Sottotitolo: la leggenda del Paròn continua. Bel libro, ben scritto da un collega piemontese forse sottovalutato. Famoso per le battute secche e precise, Rocco non ha mai detto quella per cui forse è più famoso: “A tuto quel che se move su l’erba, daghe. Se xe el balon no importa…”. Gianni Rivera sostiene: “Una frase come questa Rocco non l’avrebbe detta nemmeno da ubriaco, ammesso e non concesso che sia mai finito ubriaco in vita sua… Sarebbe stata contraria alla sua cultura, che contemplava la virilità ma non la violenza. Non gli ho mai sentito dire di far male a qualcuno”.