Cinquanta, cifra tonda. Cinquanta come le vittorie conquistate da Elisa Longo Borghini in carriera; una carriera iniziata nel 2011 coi colori della Top Girls Fassa Bortolo. Cinquanta successi, tanta roba per la bandiera del ciclismo italiano pedalato dalle ragazze; la prima volta nel 2012, nel Trofeo Oro in Euro di Montignoso, davanti ad Alena Amjaljusik, allora giovanissima ed oggi sua compagna di squadra ed alla varesina di Caravate Valentina Carretta, che non corre più ed è una splendida mamma. Ne sono passate tante da allora: per citarne alcune due Trofeo Binda Cittiglio, due Giri delle Fiandre, una Parigi Roubaix, una Freccia del Brabante, quattro Giro dell’Emilia, una Tre Valli Varesine, un GP Plouay, cinque campionati italiani su strada, sette campionati italiani a cronometro, un Giro d’Italia con tappe a destra e sinistra. Poi non vanno dimenticati anche i risultati che non sono vittorie ma è come se lo fossero; due medaglie olimpiche, podi mondiali, titoli a squadre, per non parlare dei podi centrati un pochino dappertutto. Ieri la cinquantesima alla Dwars Door Vlaanderen, vinta nel modo che le piace: attaccando, staccando tutte, prendendosi un vantaggio nemmeno così elevato ma che nonostante dietro si dannassero l’anima per chiudere il disavanzo al massimo si sono un pochino avvicinate. L’arrivo a Waregem in solitaria, con le braccia al cielo, indica il nome dello sponsor, si applaude, applaude alla gente, come a rispondere agli osanna del competente pubblico fiammingo ed a chi, da casa, a sua volta le batte le mani. È favolosa l’Elisa di questi ultimi anni, matura, riflessiva, forse anche meno inquieta in certi momenti benchè se deve dire qualcosa lo dice, ma decisa in corsa e vincente. Effetti positivi li ha avuto il matrimonio con Jacopo Mosca, cosa che anche la stessa Elisa ha riconosciuto. Cinquanta vittorie non le hanno tutti e con un pelo di maggior fortuna sarebbero state anche di più visti i tanti podi. Non è finita qui, la stagione è appena iniziata: domenica c’è il Fiandre, poi arriveranno le Ardenne: Freccia, Liegi, Brabante, Amstel e poi le corse a tappe. Di obiettivi ce ne sono tanti e poi ci sono i sogni che non si svelano ma ci sono; eccome. A questa ragazzina di Ornavasso, alla quale sin da subito mamma Guidina e Papà Nando hanno inculcato i valori dello sport non appena ha voluto emulare il fratellone Paolo in sella ad una bici, che oggi è diventata donna ed ama la fatica, si può anche voler bene, stimandola cinquante volte di più.