Carenza medici di famiglia, intervengono Forza Italia e il Partito Democratico. Gli azzurri per voce della capogruppo in consiglio comunale a Verbania Mirella Cristina tornano sulla proposta del sindaco Albertella, “E’ vecchia di almeno 7 anni – dice – e già allora era stata scartata perché spostare la Casa della salute presso l’ospedale Castelli significherebbe aumentare gli accessi al DEA anzichè sgravarlo dei codici verdi”.
La stessa evidenzia come l’emergenza vada affrontata, nel corso della riunione con l’Assessore Regionale alla Sanità Riboldi del 9 settembre, su due piani. “Il primo, a livello regionale e governativo – spiega -: la Giunta della Regione Piemonte deve attivarsi per adottare misure strutturali che permettano di colmare questa carenza con forme di incentivazione, d’intesa anche con le Asl e con le rappresentanze sindacali.Un secondo livello di intervento riguarda le politiche attive che possono essere messe in campo dalle Asl e dai sindaci dei Comuni con lo scopo di attrarre nuovi medici di famiglia. Questo riassetto è l’occasione per porre l’attenzione su un altro aspetto fondamentale, – aggiunge- quello della dotazione strumentale dei medici di famiglia”.
Riccardo Brezza capogruppo PD Verbania, Giacomo Molinari, Segretario Circolo PD Verbania e Simone Martoccia capogruppo Verbania si Prende Cura parlano di sanità al collasso e di assenza del governo regionale di destra che guida il Piemonte da oltre 5 anni. Scrivono: “Il PD ha più volte sottolineato in questi anni i ripetuti appelli lanciati dall’Ordine dei medici e dagli operatori sanitari, restando inascoltato dal centrodestra di Cirio, per ragioni di calcolo elettorale legate alla precisa volontà politica da parte della destra di disarticolare la sanità pubblica a tutti i livelli, favorendo il diritto alla salute solo per chi ha le risorse per accedere al privato”.
Descrivono una situazione disastrosa risultato della totale assenza di visione strategica che ha portato al rischio di collasso del sistema sanitario nonostante gli sforzi incredibili degli operatori. Aggiungono: “A poco servono proposte azzardate come quelle del sindaco Albertella, destinate a creare un cortocircuito fra i servizi”. Concludono: “È ora che la questione sanità torni al centro di un tavolo di lavoro concertato con Torino, senza ambiguità e posizioni di comodo”.