Registra una pesante battuta d’arresto l’export piemontese, in calo del -4,6% nei primi sei mesi del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023. Una contrazione del 2,1% c’era già stata già nel primo trimestre, seguita da una diminuzione ancora più intensa delle vendite oltre confine registrata nel periodo aprile-giugno (-6,8%). Lo sottolinea Unioncamere Piemonte. Il valore delle merci esportate pari a 31,4 miliardi di euro. “Il dato ci impone una riflessione attenta e profonda. È evidente che il contesto economico internazionale stia mettendo a dura prova il nostro tessuto produttivo. Nonostante questo scenario sfavorevole, il Piemonte dimostra una certa resilienza, grazie alla buona performance dei settori alimentare e tessile. Questi comparti, storicamente legati al nostro territorio, confermano la loro vitalità e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato globale. È però necessario mettere in campo azioni immediate e coordinate per sostenere le imprese piemontesi, in particolare quelle più esposte alla crisi” afferma Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte. Il calo ha riguardato i principali settori, in particolare i mezzi di trasporto che rappresentano, anche nel periodo gennaio-giugno 2024, il settore più rilevante per il commercio estero piemontese, generando poco meno di un quarto del totale delle esportazioni (23,2%). Questo comparto, che nella prima parte del 2024, ha segnato una forte contrazione anche in termini di produzione industriale, registra nel primo semestre una consistente flessione delle vendite oltre confine (-16,2%). Il risultato complessivo del comparto risulta profondamente condizionato dalla diminuzione della vendita di autoveicoli (-29,7%). La componentistica auto flette del 2%, mentre continuano a vivere una fase espansiva i prodotti dell’aerospazio (+4,1%). Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione delle vendite oltre confine, con quote pari al 15,3% e 13,5%; entrambi scontano, però, flessioni del valore delle merci piemontesi importate superiori alla media (Francia -7,8%; Germania 11,7%).