“Solidarietà alla collega Elisa Indriolo, vicepresidente della sezione AIGA Verbania, oggetto sui social di commenti inappropriati, attacchi personali e gravi insulti. La “colpa” dell’avvocato Indriolo sarebbe quella di essere difensore di un uomo accusato del tentativo di aggressione con acido muriatico all’ex compagna: secondo alcuni utenti, Elisa in quanto donna non potrebbe difendere un soggetto accusato di determinati reati, e in ogni caso non sarebbe ammissibile che un avvocato si occupi della difesa di tali soggetti. Ci preme evidenziare che, per quanto un’ipotesi di reato possa apparire grave, la posizione dell’indagato non può mai essere confusa con quella del proprio difensore. Combattiamo da tempo l’immedesimazione fra assistito e avvocato, ricordando a tutti che l’avvocato esercita un diritto alla difesa che è costituzionalmente garantito dall’art. 24: “La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”: si tratta di uno dei pilastri del nostro Ordinamento e la sua applicazione deve essere garantita a prescindere dal reato contestato”. Lo afferma Carlo Foglieni, presidente nazionale AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati).
“L’avvocato è un soggetto necessario affinché sopravviva lo stato di diritto – sottolinea Foglieni -. Le continue intimidazioni nei confronti dei colleghi non possono più essere tollerate”.
Il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Torino “esprime piena solidarietà alla collega Elisa Indriolo del Foro di Verbania, destinataria di inaccettabili offese per il solo fatto di rivestire il ruolo di difensore d’ufficio di un soggetto accusato di aver tentato di sfigurare la sua ex compagna.L’attacco mediatico subito via social dalla collega – si legge in una nota dell’ordine – rappresenta una grave minaccia non solo alla sua persona, ma all’intero sistema giudiziario e ai principi fondamentali dello Stato di diritto”.
L’avvocata, Elisa Indriolo, assiste l’uomo di 63 anni arrestato dieci giorni fa a Verbania dopo avere tentato di sfigurare con l’acido la ex compagna nel suo salone di acconciature.
“Come troppo spesso occorre ricordare – prosegue l’ordine degli avvocati di Torino – il diritto alla difesa, previsto dall’articolo 24 della Costituzione, rappresenta un pilastro irrinunciabile dell’ordinamento democratico e gli avvocati d’ufficio svolgono un ruolo essenziale nel garantire questo diritto fondamentale, assicurando che ogni imputato possa avere un processo equo, indipendente dalla gravità e dalla fondatezza del reato di cui è accusato. L’errore a cui costantemente si assiste all’interno di parte della società civile è quello della identificazione dell’avvocato con il proprio assistito con il conseguente invito a abdicare alla difesa di chi viene apostrofato come indifendibile”.
“Come la stessa collega ha ricordato ai media che l’hanno intervistata, ‘noi non difendiamo il reato e per questo non dobbiamo essere assimilati al suo autore. Il nostro compito è di metterlo in condizioni di avere un giusto processo. E’ una conquista di civiltà’. Rinnovando la nostra più sincera solidarietà all’avvocata Indriolo per quanto accaduto, auspichiamo – conclude il comunicato – una maggiore responsabilità nella manifestazione e nella pubblicazione di valutazioni personali attraverso i social network e una riflessione più consapevole sul ruolo fondamentale della difesa nel processo penale”. (ANSA).