Alle due pietre d’inciampo posate qualche tempo fa in piazza Gorizia, davanti villa Cantoni, se ne sono aggiunte altre sette che sono state posate all’ingresso del palazzo comunale di piazza De Filippi. Il tutto a margine della cerimonia per la deportazione e uccisione di 9 ebrei da Arona, una delle prime in Italia. Andrea Cantoni Mamiani Della Rovere, figlio di deportato, ha affermato: “Sono rimasto l’unico, io e mia figlia Valeria, a testimoniare quanto i nostri familiari e nostra mamma ci ha trasmesso. Lei si è salvata perché si era convertita alla religione cattolica. Mio padre non ho fatto in tempo a conoscerlo”. Onofrio Caputi, segretario cittadino dell’Anpi:”Sono stati fatti sparire, portati via e uccisi prima che potessero raggiungere il centro di raccolta di Novara o altri punti dove venivano convogliati gli ebrei. Il nostro compito è trasmettere ai giovani le tragiche operazioni dei tedeschi perpetrate con la collaborazione dei nazifascisti italiani”. C’era pure Rossana Ottolenghi, figlia di Beky Behar, sopravvissuta alla strage di Meina:”Domenica 22, con inizio alle 10.30, faremo una cerimonia analoga, là dove c’è stata la strage dell’Hotel Victoria, prima Hotel Meina”. Le sette pietre nuove in ottone, poste tra i cubetti di porfido, portano i nomi di Vary Bardavid Modiano, Carlo Elia Modiano, Grazia Modiano, Margherita Coen Penco, Clara Klenberger Ravosi, Tiberio Alexander Ravosi. Alla cerimonia c’era il rabbino Valentino della comunità Ebraica e al corno shophar Aldo Luperini. Si sono esibiti gli alunni del corso Musicale, Coro e Orchestra, dell’Istituto “Giovanni XXIII”, diretti dal maestro Marino Mora, con l’inno di Mameli e motivi patriottici. Don Claudio Leonardi ha portato il saluto della parrocchia e della comunità religiosa aronese. L’Amministrazione comunale era presente al completo al fianco del sindaco Alberto Gusmeroli.