Federico Monti a venti ore dall’esito delle urne aveva inoltrato in comune, al Sindaco e al Consiglio comunale, una lettera in cui annunciava le sue dimissioni. Lui stesso racconta: “In un momento di forte sconforto ho messo giù quelle righe di dimissioni”. Come mai il ripensamento? “Il 10 mattina non ho esitato a rassegnare le dimissioni. Come si è sparsa la notizia ho ricevuto molte telefonate, da sostenitori, politici amici e politici avversari. Ho avuto anche il sostegno del ministro Paolo Zangrillo, questo in mezzo a tanti altri. Mi hanno garantito il loro appoggio futuro e pregato di non dimettermi. Per cui giovedì 13 ho firmato il documento della nomina a consigliere, che annulla così una decisione presa a caldo. Tra l’altro le dimissioni prima delle nomina non sarebbero state valide”.
Cosa è mancato per raggiungere un risultato più accettabile? “Appena scrutinate Europee e Regionali ho fatto la conta dei partiti che mi avevano promesso il loro sostegno, avrei potuto essere in linea con il vincitore se non superarlo. Alle Amministrative sono mancati i voti che gli elettori hanno dato sulle schede grigie e verdi di Fratelli d’Italia in particolare, di Forza Italia e di Italia viva. Mi ero illuso. Il centro destra ha convogliato le preferenze sul mio maggior antagonista”.
Un’analisi del voto in generale? “Gusmeroli ha vinto con il 51,21 %, ma del 61 % degli aventi diritto al voto, ovvero un 30,5%. Se calcoliamo poi gli abitanti, ha vinto con il 27 % scarso dei cittadini”. Monti ha assicurato al fianco di Ubertini un’opposizione e un controllo tenace ma corretto.