Ancora una volta le fiamme hanno illuminato il centro di Premosello Chiovenda e hanno divorato i fantocci che rappresentavano le persone più anziane del paese. Nella notte alla vigilia dell’Epifania sotto gli occhi di tante persone si è ripetuto il rito della Carcavegia, con il grande fuoco acceso nel letto del fiume. Un modo per esorcizzare quanto di brutto è accaduto nel 2024 e per dare il benvenuto a questo 2025.
Chi impersonavano i due fantocci? La signora Albina Pella, classe 1931, e Stefano Falcioni nato nel 1936. I due protagonisti della Carcavegia hanno gradito questo gesto di buon auspicio: il falò è stato preceduto, nel pomeriggio, dalla visita di un gruppo di bambini proprio presso i due nonnini.
A Colloro il falò gemello: ogni anno la gara a chi riesce a realizzare il fuoco più imponente all’insegna di un sano spirito di competizione.
Nella frazione premosellese a bruciare è stata Ada Ruga, classe 1939.
La serata è stata organizzata dalla Pro loco, è arrivata anche la Befana. Distribuzione per tutti di cioccolata e vin brulè e la festa è poi proseguita al circolo Arci.
Un tempo la Carcavegia era la festa organizzata da bambini e ragazzi che giravano per il paese a suon di corni e campanacci a caccia di fascine di legna per alimentare il fuoco. Oggi ad impegnarsi sono per lo più gli adulti, i giovani aiutano. Se a Colloro questo rito che affonda le sue origini nella notte dei tempi si è ripetuto ininterrottamente fino ad oggi, con l’esclusione degli anni di guerra e di epidemia Covid, a Premosello subì un’interruzione verso il 1970, periodo in cui si pensava che le antiche tradizioni contadine fossero ormai roba vecchia, da dimenticare. Qualche anno dopo fu la Pro Loco a riesumare la Carcavegia che negli anni è diventata, insieme con il Palio degli asini, una delle manifestazioni folkloristiche più importanti del paese.