«Dopo la chiusura del Castelli, prendiamo atto che Albertella ha nuovamente cambiato idea. Senza ricostruire la cronaca, che sembra una farsa, osserviamo che: l’area di Fondotoce per servizi pubblici, sanitari, esiste da tempo, con una espansione nel nuovo Piano Regolatore approvato a gennaio 2024 dalla precedente amministrazione e revocato dall’attuale maggioranza nel settembre 2024. In un anno nessuna variante urbanistica specifica ha portato avanti quella zona come sede di un nuovo ospedale ne’ nessuna opera di adeguamento idrogeologico è stata avviata». A prendere la parola sono i consiglieri di minoranza Silvia Marchionini e Patrich Rabaini.
E attaccano: «Questa nuova posizione del sindaco di Verbania con chi è stata concordata? Con i cittadini no sicuramente perché neanche un’assemblea informativa è stata organizzata; con il consiglio comunale tantomeno, né si registrano commissioni sanità o urbanistica svolte per trattare l’argomento. Dobbiamo allora immaginare che Albertella abbia deciso con Cirio, o con l’assessore alla sanità e con i partiti politici. Allora è una proposta costruita con la Lega e l’unico rappresentante regionale, da ormai 6 anni, Preioni, ha anche lui cambiato idea».
Aggiungono Marchionini e Rabaini: «I cittadini di Verbania registrano l’insuccesso del sindaco che ha scritto, affermato, e preso voti, per il mantenimento dei due ospedali, ben sapendo (la legge sul Dea è del 2013!) che non sarebbe stato possibile. Con queste dichiarazioni Albertella continua a dividere il territorio; questione superata nel 2017 con la decisione regionale di Ornavasso (a cui Albertella era favorevole). La diatriba territoriale è stata appunto riaperta nel 2021 da Albertella con iniziative come una raccolta firme per il mantenimento dei due ospedali, che oggi il sindaco smentisce. Attendiamo di conoscere il “colpevole” di questo disastro per nascondere forse la vera trama: affidare il Castelli ai privati!»
E concludono: «Una certezza però chi rappresenta oggi la città di Verbania riesce a trasmetterla: nessun miglioramento per i cittadini, per chi ha bisogno di cure, e per il personale sanitario»
